Compito principale del Colon è quello di riassorbire acqua ed elettroliti, oltre ad alcune vitamine, dal materiale digerito dall’intestino tenue, di modo che poi possa essere evacuato con una consistenza adeguata. Ricordo che il tenue precede e si collega all’intestino crasso di cui il colon rappresenta la parte più lunga.

Mentre nel tenue avvengono complicati processi di scomposizione e digestione degli alimenti con assorbimento di principi nutritivi, il colon principalmente “riassorbe” liquidi.

Questa funzione di “assorbimento” può esprimersi con un concetto, un processo di pensiero. La mente è appannaggio solo dell’encefalo o anche del resto del corpo? Gli organi del corpo “agiscono” secondo obiettivi, possiamo loro negare una forma di pensiero e di intelligenza? Quanto considerazioni di pensiero consce ed inconsce relative al concetto di assorbimento, che si sviluppano presumibilmente a livello dell’encefalo, possono influenzare la funzione o persino l’anatomia del colon? Pensiamo ai sogni: i sogni sono quasi sempre criptici, comunicano per allegorie, similitudini, metafore; il mondo emotivo si esprime collegando concetti, immagini, rappresentazioni per analogie di significato. Quanto pensieri che nascono dall’esperienza con il mondo reale e fanno parte di processi emotivi possono con analoghi meccanismi collegarsi a rappresentazioni e concetti di funzioni corporee? Ricordo che le emozioni hanno sempre una componente fisica, una dimensione corporea.

Ciò che segue deriva dalla mia esperienza professionale, ma non è riportato nel dettaglio perché ha comportato un intervento molto breve in seguito al quale tuttavia il caso in questione è uscito da una fase terapeutica critica e ha ripreso la sua attività lavorativa

Una persona che ha studiato tanto, che perciò ha “assorbito” molto “sapere” dai libri e dagli studi e che da questo “sapere” dovrebbe trovare  linfa per perseguire determinati obiettivi che gli stanno a cuore e fanno parte dello “scopo attuale della sua vita”, ma si accorge che i risultati non sono quelli sperati, andrà probabilmente  un po’ in depressione, tanto maggiore quanto maggiore è stato l’impegno profuso e le attese. La depressione però può essere “mascherata”, non esprimersi cioè con classici sintomi psichici, ma prevalentemente con sintomi somatici e perché non esprimersi allora anche, nelle forme più gravi, con una compromissione organica, cioè non più solo funzionale, e anche con una neoplasia?

Se viene colpita la funzione di “assorbimento”,  per analogia è probabile che l’organo colpito sarà il colon e nei casi più gravi, come quello sopra descritto, anche con una neoplasia.  La medicina curerà, ma se non viene curato l’aspetto psicologico e cioè la concatenazione di pensieri e convinzioni che si è ripercossa sul corpo, si troverà a combattere con un nemico in più che non conosce e non prende in considerazione, che probabilmente, rebus sic stantibus, continuerà a disturbare e sabotare e potrebbe prevalere.
E’ lo psicologo il professionista deputato a risolvere l’impasse psicologica che nuoce al corpo: basterà ridurre il senso di responsabilità/colpa nel non riuscire ad ottenere i risultati desiderati ed anche il corpo ed il colon si rilasseranno, la cura medica se ne gioverà, come tutto l’organismo e la patologia neoplastica in particolare che lo aveva colpito.
Curare solo il corpo significa escludere fattori importanti mentali, relazionali, psicologici persino sociali che non sono scissi dalla salute fisica e che non sempre il medico riesce a “compensare”.  E come la “depressione-disturbo mentale” guarisce prima, meglio e con minori ricadute se curata anche con la psicoterapia, analogamente anche la depressione mascherata che si ripercuote sul corpo guarirà meglio e con meno o senza ricadute  nella sua manifestazione  organica. E’ appena il caso di dire che le ricadute neoplastiche della depressione possono essere diverse, sia per collegamenti a vissuti psico-emotivi diversi, sia forse per altri fattori come predisposizione o debolezza d’organo.

Ovviamente questo è solo un esempio, non vuole assurgere a categorizzare cause psicologiche e loro effetti nella malattia organica sopra accennata, sia perché la psicologia clinica prende in esame la soggettività e cioè come l’individuo percepisce il suo rapporto con se stesso, gli altri ed il mondo, che quindi è diversa, almeno in sfumature, da individuo ad individuo, sia perché per definire più sicuramente correlazioni e rapporti di causa-effetto occorrerebbero studi statistici su un numero congruo di casi.
Salute e saluti a tutti!